IC Card. Branda Castiglioni

IC Card. Branda Castiglioni

Castiglione Olona (VA)

“Di mostra corrente” – Laboratorio MAP *

È stata inaugurata sabato 21 maggio nell’area dal palco sopraelevato del Museo MAP nella corte del Doro l’esposizione “Di mostra corrente” che raccoglie diverse opere artistiche di giovani ragazzi frutto della collaborazione tra “Casa degli artisti-Milano” e il MAP di Castiglione Olona.

Per il secondo anno consecutivo Claudio Citterio (appartenente a Casa degli Artisti dal 1998), quest’anno accompagnato dalla docente–tutor Cinzia Guidali, porta le azioni della forma dei giovani provenienti dalla Scuola Secondaria di Primo Grado” Cardinal Branda Castiglioni”, dall’interno del corso MAP alla mostra conclusiva “Di mostra corrente”, che quest’anno prosegue il titolo e il senso “latenza immediata” della scorsa edizione, dando al singolo la responsabilità diretta del proprio elaborato.

Latenza immediata/di mostra corrente diventa il senso generale di due mostre e di un fare per l’arte che anticipa potenzialmente una produzione “d’intento” fatta di proposizioni e scelte future, ma che di certo ora, attraverso un impegno ed una disponibilità reale, svela da subito la possibilità latente ma tangibile che proprio nell’esposizione, nel suo generarsi quale mostra ed insieme organico, creerà consonanze tra i lavori, quindi una nuova ma concretamente presente, esperienza in immagine.

Questo consente di portare, attraverso un laboratorio del voler fare, semplici ma naturalissime modifiche della superficie; intuizioni estetiche e forme decise ma leggere, quindi assolutamente sensibili e limpide, non fragili.

Le possibilità sulle azioni di forma sono fatte di confronti disponibili, accostamenti dialettici, rimandi incuriositi in un insieme che riempie gli spazi di una struttura vuota o di una natura rigogliosa, per dare un’immagine fatta da nuovi colori, improbabili curve o rigorose linee o coinvolgenti figure mimetiche che dialogando comprendono anche la storia rinascimentale tutt’intorno (perché fatta degli stessi impulsi). 

Gli elaborati si vedono così completati nella “mostra corrente”: un percorso di realizzazione che ha inizi certi e conclusioni non prevedibili, come anche prolungate nel tempo.

Si legge dal manifesto della mostra:

“Quindici azioni di forma si dimostrano immaginate”
“Contesto di quest’anno è lo scenario del museo di arte contemporanea MAP e del suo palco all’aperto che supporterà le forme attuate dai giovani, tra architetture in metallo ed edifici rinascimentali, in un rapporto visivo/installativo di epoche diverse, con linee posate e linee centenarie ed un tributo alla Collegiata”.

Un ringraziamento particolare va al Dirigente dell’IC Cardinal Branda Castiglioni, Saverio Lomurno, che ha sempre posto molta attenzione al rapporto scuola-realtà del territorio e in particolare alle realtà museali e ha sempre sostenuto questo laboratorio appoggiando un’idea di Giorgio Bonafè che è stato una presenza costante in tutte le fasi di lavoro e che, oltre ad aver portato una testimonianza storica del MAP, è stato un aiuto concreto mettendo a disposizione tutta la sua esperienza (Polimero arte).
Grazie anche a Matilde Vaccaro (artista e musicista) e Viola Caffi (studentessa dell’IC) per l’elegante intrattenimento musicale.

* Il progetto è stato realizzato con i Fondi Strutturali Europei progetto 10.1.1A-FDRPOC-LO-2021-107 dal titolo: MAP-pare nuovi percorsi per avventurieri dell’arte.

Guida alle opere in mostra attraverso i testi prodotti dai protagonisti

Viola Caffi (Alfi), S.t., 2022
Ho preso un foglio e l’ho diviso in piccole strisce pensando al pentagramma e ho formato degli anelli chiusi fra loro come una catena, ma formando un arco (pensavo all’archetto del violino), una curva che ritorna e forma una punta. Questi anelli vanno a raffigurare le note che si intersecano e che si legano fra di loro andando a formare un brano musicale.

Viola Bogani (Vibi) e Gloria Di Netto Tempesta (Ridinest), Columnas, 2022
In principio la nostra opera doveva rappresentare una ruota con i raggi ma poi non è stato possibile realizzarla quindi abbiamo pensato di non unire gli ultimi pezzi e lasciarli in fila uno dopo l’altro.
Il nostro lavoro può avere più significati che dipendono dalla posizione che viene data.
Se il lavoro viene posto verticalmente ci permette di creare una sorta di colonnato se viene posto orizzontalmente invece ha una piegatura modellabile che può assumere diverse forme.
La nostra idea è nata grazie alle vacanze perché entrambe in questo periodo siamo andate a Roma; visitandola ci siamo rese conto che è una città bellissima con tanta storia alle spalle e osservandola, ovunque ti giravi, vedevi delle colonne e così abbiamo deciso di realizzarle anche noi.

Gaia Canziani (Ginn), Giostra naturale, 2022
Inizialmente avevo realizzato questo lavoro su un foglio di carta F4. L’idea mi è venuta mentre cercavo di realizzare una specie di albero dalla forma circolare, ma facendo la striscia mi è venuto in un altro modo: tre cerchi messi in posizioni diverse. Una volta fatto l’elaborato su carta, ho dovuto adattarlo al materiale, e non avevo idea di quello che potesse diventare. Alla fine, ho scoperto che si venivano a strutturare come delle forme create dalla natura, ma questo mi è venuto in mente solo dopo aver notato che il materiale era di colore verde. Esso, infatti, sembra quasi una giostra creata da strisce d’erba.

Nicole Guidali (Nili), L’onda della vita del mare, 2022
Ho deciso di attribuire questo titolo alla mia opera perché chi osserva può scegliere di guardare l’onda in modo freddo e distaccato oppure entrandoci dentro diventando un tutt’uno con l’onda.
L’onda appartiene al mare perché sembra l’acqua che senza paura si scaglia sulla sabbia già umida tra mille increspature e tra mille capriole.
L’onda appartiene alla vita perché potrebbe anche essere intesa come l’onda grazie alla quale vieni accompagnato dolcemente al traguardo tra mille schizzi e tra mille difficoltà che poi ti renderanno orgoglioso di essere arrivato fin lì.
L’opera prende forma da un foglio di carta rettangolare che poi ho riprodotto su un foglio più grande sempre rettangolare e poi sono passata al rhodoid blu trasparente che crea un effetto particolare di riflessi azzurri-bluastri. Tagliata, curvata, modellata e assemblata con precisione, la mia opera, è stata creata secondo l’andamento della mia onda.

Iris Marocco (Rori), Apollo, 2022
Questa idea mi è venuta cominciando da un modellino. L’ho realizzata su una dima provando a dargli la forma con il phon. Poi guardando le pieghe, mi è venuta questa idea dei riccioli che si ripetono dando un ritmo regolare all’opera, come se fosse una melodia. Quindi l’ho chiamata Apollo perché è il dio della musica, che riprende il ritmo del mio lavoro.

Camilla Bergami (Cami), S.t. (a sinistra), 2022
Inizialmente ho preso la metà di un foglio A4 e l’ho divisa in diversi piccoli pezzi casuali, poi li ho messi vicini e la forma mi ricordava quella di una foglia, quindi ho deciso di dargli quell’aspetto. Per dare tridimensionalità l’ho arrotolata ed è rimasta una curvatura; poi l’ho realizzata su un foglio più grande e quando sono arrivati i diversi materiali ne ho scelto uno blu acceso. Sono felice di come sono riuscita a realizzare un soggetto naturale unendo delle forme geometriche, per questo la mia opera si chiama natura geometrica.

Beatrice Guicciardi (Tricc), In Fiore Scienza (a destra), 2022
Per fare questa opera sono partita da una forma astratta nella mia mente, che man mano si è assemblata; dopo tanti errori e sbagli ho trovato la mia armonia.
Ho deciso quindi di dargli un nome scientifico che esaltasse sia la parte astratta sia la parte realistica e naturale, collegando fiori e piante attuali.

Chiara Manfrin (Chimi) e Hiba Kaimoussi (Hika), Conchiglia, 2022
Questa forma è nata da un turbine, da un vortice che attaccato formava un incavo, una cavità, qualcosa che si richiude in se stesso, come una conchiglia che protegge la propria perla.

Adele Ulivi (Degal), Senza titolo, 2022, 
Il mio lavoro è stato creato dopo diversi tentativi non andati a buon fine perché dovendo utilizzare tutta la superficie del foglio, le figure dovevano legarsi con il loro negativo risultando inefficaci; nel momento in cui tagliavo la carta o iniziavo in modo casuale a pinzare insieme o incollarla in automatico mi saltava alla mente qualche oggetto che finivo col ricreare. Questo però non mi aiutava in alcun modo ai fini della mostra e decisi perciò di impormi da sola un limite: fare un solo taglio sul foglio. A quel punto iniziai a fare diversi tentativi piegando il foglio su se stesso fino al raggiungimento di ciò che desideravo.

Alice Mason (Alison), La Protezione nella Forma, 2022
Ho scelto questo titolo per la mia opera, perché trasmette senso di protezione, in diversi modi. Il primo parte dall’idea di realizzazione, un calco del viso di una persona con una mascherina: quest’ultima ti protegge dal virus che è in circolazione da ormai tre anni. Il secondo si riferisce alla forma dell’opera che possiamo definire una cupola irregolare che ti da protezione se ti ci ripari sotto.

Chiara Manfrin (Chimi), Pieghe Musicali, 2022
La mia opera è un semplice foglio tagliato a metà con diverse pieghe che inizialmente riportavano a un qualcosa di musicale, dopo aver tagliato l’opera a metà invece le pieghe andavano a formare qualcosa di simile a una collina oppure a un grafico. L’idea iniziale non era questa ma mi è stato consigliato di provare a fare qualcosa di “3d” che sarebbe riuscito a reggersi in piedi da solo. Non è un’opera magnifica e nemmeno complicata ma se si usa immaginazione le sue pieghe possono essere (viste) ascoltate in vari modi.

Lorenzo Garofoli (Loga), Cono Spezzato, 2022
La mia opera si basava su un cono formato da un cartoncino.
Dopodiché l’idea si è evoluta ed è stato elaborato su materiale plastico e diviso in due triangoli, tagliati in modo irregolare per poi ricreare il cono ma in due pezzi separati. Per me quest’opera significa modernità e armonia di forme e con questo tipo di materiale il cono esalta le sue forme in orizzontale.

Ilaria Munari (Lamuna), Dune, 2022
L’ho chiamato così perché assomiglia alle dune quindi mi è sembrato il nome perfetto. La prima volta che l’ho fatto avevo preso un foglio A4 e ho disegnato la diagonale tracciando delle strisce che poi ho tagliato a metà, per poi incollarle insieme accorciandole per creare delle curve tese e alternate sopra e sotto.

Eleonora Garruti (Elga)S.t., 2022

Matilde VaccaroS.t., 2021